UFO: le sonde telemetriche extraterrestri sorvegliano il pianeta terra

La manifestazione degli oggetti volanti prosegue incessante nei cieli del pianeta Terra. A testimoniarlo sono le foto e i filmati che li ritraggono in volo da soli o in compagnia dei classici “dischi volanti”. A ricoprire il ruolo di mattatore abbiamo sempre il messicano Juanito Juan, ma non meno interessanti sono i video registrati in Inghilterra da un anonimo testimone e quelli ripresi in Sardegna dai coniugi Graziano Corrias e Rossella Piano, giusto per fare degli esempi. Come le altre volte l’articolo è stato realizzato in collaborazione con Sante Pagano, che si è rivelato un vero talento nel gestire i non certo facili software di analisi di immagini. Perciò, la seconda parte di questo lavoro presenterà le relazioni di Sante sulle analisi alle varie foto che saranno presentate in questo articolo…Continua la lettura dell’articolo cura di P.G. Caria al seguente LINK.

LE ANALISI DI SANTE PAGANO

Analisi sfera
Sardegna 13.08.2022

La prima immagine che andiamo ad analizzare è stata ricevuta direttamente da Pier Giorgio Caria. Questa foto è stata realizzata in Sardegna il 13 Agosto 2022.
Secondo le nostre analisi, la foto è risultata essere genuina e l’oggetto non è identificabile con nulla di convenzionale.

Il documento in questione contiene tutti i metadati, tranne quelli relativi alla geolocalizzazione, poiché non autorizzati dal proprietario del dispositivo. Questi riportano che la foto è stata scattata il 13 agosto 2022 alle ore 21:09 con un “iPhone 12”, tramite la DOPPIA FOTOCAMERA POSTERIORE DEL DISPOSITIVO.

L’autrice riferisce che il documento fa parte di una SEQUENZA MULTIPLA DI SCATTI FOTOGRAFICI e che solo in uno di questi è presente l’oggetto in questione. Detto questo quindi, possiamo escludere che si possa trattare di un volatile, per via della forma dell’oggetto, e per via del fatto che questo avrebbe mostrato segni evidenti di movimento. Inoltre, molto probabilmente, sarebbe apparso anche in almeno un altro scatto.
Possiamo escludere anche che si possa trattare di un moscerino, poiché l’oggetto dimostra di trovarsi all’incirca alla STESSA DISTANZA che intercorre tra la fotocamera e GLI SCOGLI VISIBILI NELLA FOTO E QUINDI, DI AVERE DIMENSIONI ABBASTANZA SUPERIORI AD UN QUALSIASI INSETTO.
Questo lo si è rilevato anche e soprattutto tramite l’analisi dei BORDI, i quali risultano essere ugualmente netti e spessi rispetto alle rocce.

La stessa valutazione viene confermata anche dalla QUANTITÀ DI LUCE ASSORBITA E RIFLESSA, la quale dovrebbe cambiare a seconda della distanza dell’oggetto dalla luce.
La sfera e le rocce dimostrano di riflettere la stessa quantità di luce solare, mentre l’oggetto sferoidale in primo piano ed in basso a sinistra ne riflette una quantità molto inferiore.

L’oggetto non identificato inoltre, seppure appare essere di colore scuro, è molto probabilmente costituito di MATERIALE RIFLETTENTE, tanto che possiamo vedere un RIFLESSO sulla sua superficie che potrebbe riferirsi proprio agli scogli sottostanti.

L’oggetto in aggiunta, dimostra di essere realmente inserito nel contesto ambientale, poiché interagisce con la luce del sole, ormai tramontato, in maniera identica a tutti gli altri punti di riferimento.
ASSORBE E RIFLETTE inoltre, anche la stessa QUALITÀ E QUANTITÀ DI LUCE, si vede infatti, sulla parte sinistra il colore rosato del cielo al tramonto mentre la parte destra presenta un colore tra il verde e l’azzurro.

Infine, l’ESAME ELA. Questo esclude differenze di livello di compressione tra i vari oggetti presenti nello scatto fotografico, confermando nuovamente la veridicità del documento.
Per raggiungere tale conclusione abbiamo eseguito 3 DIFFERENTI TEST ELA.

  1. Sull’originale
    É ben evidenziabile che non è presente alcuna differenza di compressione.
  2. Sull’originale a cui è stato aggiunto un oggetto discoidale creato in CGI (indicato con una freccia)
    Qui la differenza di compressione è molto ben visibile, infatti l’oggetto in CGI appare di un bianco molto acceso.
  3. Sull’originale a cui è stato aggiunto un oggetto discoidale creato in CGI, ma con un livello di compressione simile al resto dell’immagine (indicato con una freccia).
    Qui la differenza di compressione, seppure ad un occhio poco esperto risulti non così evidente, in realtà anche se minima è presente. Ma ci sono altri elementi che comunque possiamo rilevare, che provano il fatto che l’immagine è passata attraverso un programma di editing. Possiamo infatti notare la presenza di alcune tracce lasciate durante tale passaggio. Vengono definite “tracce arcobaleno”, e si tratta di particolari macchie rosse e blu (alcune sono state cerchiate in verde) presenti in alcune zone del documento.

Schiarendo l’immagine, questi dettagli risultano maggiormente evidenti:

Analisi UFO ruota con sfere
Juanito Juan, MESSICO 7.2023

La seguente foto è stata scattata da Juanito Juan a fine luglio 2023. Purtroppo non siamo riusciti a recuperare la versione originale, quindi non abbiamo a disposizione i metadati della foto, ma eseguendo alcune analisi specifiche siamo riusciti ad ottenere una conclusione abbastanza attendibile.

Iniziamo con il dire che la foto è davvero unica nel suo genere. In effetti, mai si era visto un oggetto con questa morfologia strutturale.
Trattasi infatti di un OGGETTO DISCOIDALE con un foro al centro e formato internamente da dieci raggi intagliati.

Abbiamo ricreato l’oggetto tramite computer grafica per apprezzarne meglio i dettagli.
Ovviamente abbiamo dovuto usare un po’ d’immaginazione in alcuni punti della struttura, visto che il disco è quasi del tutto in ombra e non permette una valutazione ottimale della sua morfologia. Ecco la riproduzione eseguita grazie alla collaborazione dell’amico Ramon Corrado.

L’oggetto è accompagnato da quattro sfere e tutti sembrano essere di materiale metallico.
I cinque oggetti riflettono la luce del sole e dimostrano di essere di discrete dimensioni dato che il riflesso è molto piccolo rispetto alla zona in ombra, dettaglio maggiormente accentuato nell’oggetto discoidale che è chiaramente più grande rispetto alle quattro sfere.
Una delle sfere inoltre, ha un riflesso di colore diverso dalle altre, tendente al color rosa, dovuto probabilmente ad una particolare caratteristica strutturale del materiale di cui è fatta.

Come dicevamo, non abbiamo a disposizione i metadati della foto ma, ad una prima analisi, eseguita tramite un test ELA, non sono state riscontrate manipolazioni digitali apportate alla foto.
L’immagine purtroppo è di qualità piuttosto bassa: JPEG all’81%.

Tuttavia, solo perché è di bassa qualità non significa che non si possa rilevare la presenza o meno di una qualche modifica apportata. L’analisi del livello di errore (ELA) dovrebbe avere tutti gli oggetti all’incirca della stessa colorazione.
Se qualcosa risulta bianco brillante, significa che è stata l’ultima cosa modificata, poiché si trova a un livello di errore potenziale più elevato rispetto al resto dell’immagine.
Nulla di tutto ciò è stato rilevato nel test, come è possibile vedere nelle tre immagini qui sotto.

  1. Normale test ELA.
  2. Test ELA con immagine variata in contrasto, luminosità e correzione gamma per esaltare alcuni dettagli.
  3. Test ELA ad alto parametro di errore per rilevare ed evidenziare altri tipi di dettagli.

Anche l’analisi dei pixel conferma che gli oggetti erano realmente presenti nell’ambiente al momento dello scatto, infatti risultano essere coerenti con ciò che lI circonda. Inoltre, non si rilevano bordature troppo nette e contrastanti, e non si evidenziano artefatti dovuti a compressione d’immagine.

Il test dei cloni non ha rilevato significative similitudini tra le sfere. Quindi è molto difficile che gli oggetti siano stati creati in CGI.

Tale ipotesi è confermata anche dalla conformazione dei pixel che compongono le sfere.
Ogni sfera ha infatti una pixellatura del tutto differente dalle altre. Dato ciò quindi, possiamo escludere che anche il disco sia stato riprodotto tramite computer grafica, visto che le caratteristiche che lo compongono sono similari a quelle delle sfere.

Ottima anche la coerenza della risposta degli oggetti alla luce assorbita e riflessa. Lo vediamo grazie al test spettro cromatico, seppur l’assenza di punti di riferimento non permetta purtroppo una valutazione completa ed esaustiva. Il risultato è maggiormente evidenziabile se inseriamo il disco creato tramite CGI (indicato con una freccia) all’immagine originale. Le sfere e il disco originale, al contrario dell’oggetto in CGI, assumono, soprattutto sui bordi, le stesse colorazioni dell’ambiente nelle immediate vicinanze.

È possibile notare però, anche qui, che l’oggetto è realmente inserito nel contesto poiché interagisce con l’ambiente rilasciando informazioni attorno al suo corpo. In effetti, un oggetto inserito manualmente in un’immagine non avrebbe questo tipo di pixellature, le quali sono caratteristiche di un corpo che interagisce realmente con l’ambiente a sé circostante.

In ultimo, l’analisi del gradiente di luminanza. Tale strumento analizza i cambiamenti di luminosità lungo gli assi x e y dell’immagine. L’uso classico è quello di osservare come vengono illuminate le diverse parti dell’immagine per trovare anomalie. Le parti dell’immagine che si trovano ad un angolo simile (rispetto alla sorgente luminosa) e sotto la stessa illuminazione, dovrebbero avere un colore simile. Un altro parametro è il controllo dei bordi. Bordi simili dovrebbero avere gradienti simili.
Se le sfumature su un bordo sono significativamente più nitide rispetto al resto, è segno che l’immagine potrebbe essere stata copiata e incollata. Tale analisi aiuta a rilevare abbastanza bene anche il “rumore” dell’immagine e gli artefatti di compressione. In tali analisi non sono riscontrate delle anomalie.
I colori mostrati, in base all’illuminazione alla quale sono esposti gli oggetti, sono del tutto simili. I bordi hanno lo stesso grado di sfumatura. Inoltre non è stato rinvenuto alcun artefatto di compressione.

Anche l’analisi della componente principale non ha evidenziato la presenza di artefatti di compressione. Ecco l’analisi eseguita sull’oggetto in originale accostata all’analisi applicata su un oggetto creato digitalmente, così da poter osservare una delle modalità attraverso la quale potrebbero presentarsi degli artefatti di compressione.
A sinistra l’analisi sul disco, al centro quella eseguita sulla sfera, e a destra l’analisi sull’oggetto in CGI con indicati gli artefatti dalle frecce.

Purtroppo, vista l’assenza di punti di riferimento, la scarsa qualità d’immagine e la poca illuminazione degli oggetti, non è stato possibile eseguire ulteriori analisi, ma da quanto analizzato possiamo tranquillamente concludere di non aver trovato alcuna traccia di manipolazione.

Analisi oggetto discoidale con sfere
Juanito Juan, MESSICO 29.8.2023

Era l’agosto del 2022, quando Pier Giorgio Caria iniziò ad interessarsi del caso di Juanito Juan ed è da allora che abbiamo iniziato a studiarlo. Nulla finora ci ha fornito prove a sfavore della genuinità di tale caso, seppur non eravamo riusciti ad ottenere la documentazione originale e ci siamo sempre dovuti affidare a materiale recuperato dai canali social di Juanito, Facebook in primis.

Venire in possesso di materiale scaricato direttamente dal dispositivo di cattura infatti, significa poter avere accesso a tutta una serie di dati che aiutano a certificare l’assoluta genuinità di un certo materiale video o fotografico. Stiamo parlando dei cosiddetti metadati.

Ecco invece che oggi vi presentiamo tre foto davvero molto interessanti, ritraenti degli UFO, proprio perché contenenti queste preziosissime informazioni, le quali ci hanno aiutato a raggiungere un verdetto più affidabile sul caso di contatto di Juanito Juan. Ebbene, anche questo processo di analisi, che vi andremo ora a presentare, ha giocato a favore della genuinità di tale importantissima storia di contatto tra un essere umano e civiltà non di questa terra.

Le tre foto in questione, da quanto ha affermato Juanito Juan in un post pubblicato il giorno seguente l’accaduto, sarebbero state realizzate il 29 agosto 2023. Queste ritraggono un oggetto discoidale seguito da alcune sfere. Tutti gli oggetti sono costituiti da materiale apparentemente metallico.

Analizzando i metadati delle tre foto risulta confermato che gli scatti risalgono alla mattina del 29 agosto 2023, sono stati eseguiti esattamente tra le 10:48 e le 10:52, con una fotocamera Panasonic DMC-LX10”. Questa è una macchina fotografica che Juanito Juan aveva già iniziato ad utilizzare per altri scatti fotografici e che, come ha raccontato in un apposito video, gli era stata donata da Jaime Maussan verso la fine di giugno dello stesso anno.

Dal video è infatti possibile vedere Juanito Juan mentre utilizza e presenta proprio la videocamera in questione. Da una ricerca su internet si è concluso che il modello è effettivamente quello citato:

A continuazione la dicitura rinvenuta tra i metadati o EXIF delle foto di Juanito Juan del 29/8/2023:

Le foto di cui stiamo parlando, come dicevamo, sono in totale e ritraggono un oggetto discoidale circondato da alcune sfere:

Le foto ovviamente sono state scattate in tre diversi istanti temporali e seguono una sequenza cronologica coerente alla denominazione dei file ricevuti, la quale oltretutto, è conforme alla denominazione che le fotocamere “Panasonic” attribuiscono in automatico agli scatti eseguiti.

  • Lo scatto P1000288 (1) è stato eseguito alle ore 10:48:26.
  • Lo scatto P1000289 (2) è stato eseguito alle ore 10:49:59.
  • Lo scatto P1000290 (3) è stato eseguito alle ore 10:52:45.

Inoltre, non è stato trovato nessun metadato che rilevi il passaggio delle foto attraverso un qualsiasi programma di editing come Photoshop. In conclusione quindi, l’analisi dei metadati ci conferma la genuinità degli scatti fotografici.

COSA SONO I METADATI?
I metadati forniscono informazioni relative al modo in cui il file è stato generato e gestito.

Queste informazioni possono essere utilizzate per identificare se i documenti video o fotografici provengono direttamente da una fotocamera digitale, se sono stati elaborati da un programma di editing o alterati per trasmettere informazioni fuorvianti. I dati principali da cercare quindi, sono marca e modello della fotocamera, eventuali software utilizzati, dimensioni dell’immagine, data e ora dello scatto, e geolocalizzazione se autorizzata dal proprietario del dispositivo.

Perciò i metadati sono importantissimi per riuscire ad identificare come un’immagine è stata generata, elaborata e salvata l’ultima volta. Eppure, potrebbe accadere che questi vengano alterati intenzionalmente nel tentativo di ingannare.

Fortunatamente, gli inganni intenzionali sono molto rari. Tuttavia la modifica dei metadati richiede strumenti altamente specializzati e competenze tecniche davvero importanti e gli utenti tipici non hanno tali requisiti. Sta di fatto che le applicazioni che alterano i metadati in genere alterano anche l’immagine tramite un nuovo salvataggio o una ricodifica, e questo può essere facilmente rilevabile, anche se i metadati sembrano accurati.

CONSIDERAZIONI PRELIMINARI E MISURAZIONI

L’oggetto, come dicevamo, è apparentemente metallico, così come le sfere. Questo ha una forma discoidale ed una cupola sulla calotta superiore. Grazie ai punti di riferimento, quali gli alberi, le nuvole, il suolo, ma soprattutto l’auto parcheggiata ed utilizzando un apposito programma d’analisi, siamo stati capaci di stimarne il diametro, il quale si aggira sui 1,5 metri.­

Anche l’analisi dei bordi ha confermato che gli oggetti sono di discrete dimensioni. Quindi non è possibile si tratti di semplici modellini lanciati in aria e poi fotografati.

I bordi in effetti, risultano essere spessi e molto ben definiti, e risultano essere molto simili a quelli della chioma degli alberi sottostanti. Quindi la circonferenza delle chiome e degli oggetti misurano all’incirca le stesse dimensioni.

Nell’immagine che segue, grazie ad un esempio pratico che ho ricreato appositamente, possiamo vedere come si comportano i bordi in oggetti di diverse dimensioni. Abbiamo un aereo (Oggetto 1), lo stesso aereo che è stato ridotto in dimensioni (Oggetto 3) e l’astronave (Oggetto 2) ripresa dal primo scatto fotografico di Juanito Juan. Come è possibile vedere infatti, i bordi dell’Oggetto 1 risultano essere molto meno sottili e generalmente più marcati rispetto a quelli dell’Oggetto 2, e questo si rende ancora più evidente quando l’aereo viene rimpicciolito (Oggetto 3).
Ovviamente tale valutazione può essere considerata attendibile solo se si hanno dei punti di riferimento noti o visibili a disposizione.

Siamo stati in grado inoltre, grazie al programma appena sopra citato, di stimare anche le quote raggiunte dagli oggetti. Come è possibile vedere nell’immagine qui sotto, gli oggetti inizialmente ad un’altezza molto bassa, circa 100 metri dal suolo, poi si abbassano ulteriormente raggiungendo approssimativamente i 95 metri, per rialzarsi ancora e raggiungere un’altezza di circa 360 metri. Le sfere invece, seguono il disco in tutti gli spostamenti. Queste dapprima sono due, poi diventano tre e successivamente si riducono nuovamente a due.

Ecco il movimento eseguito dagli oggetti in una RIPRODUZIONE GRAFICA che lo rappresenta.

Nelle immagini che seguono troverete delle riproduzioni degli oggetti tramite CGI (immagini generate al computer), prodotte grazie alla preziosa collaborazione con l’amico Ramon Corrado. Le abbiamo create per comprendere al meglio la morfologia degli oggetti e per avere un ulteriore riscontro dalle analisi grafiche.

ANALISI GRAFICHE
Partendo dall’esame ELA, questo non ha rilevato nessuna differenza tra i livelli di compressione contenuti nelle immagini, perciò è molto improbabile che queste siano state modificate in post-produzione.

Qui sotto il risultato del test applicato ad una delle tre immagini originali (a sinistra) ed accostato ad un test ELA applicato alla stessa immagine modificata in CGI (a destra).

È assolutamente evidente la grossa differenza di compressione che si avrebbe in una manipolazione digitale.
L’evidenza maggiore è rappresentata dal bianco acceso degli alberi e dal forte colore violaceo assunto dagli oggetti.

Anche l’esame dei cloni non evidenzia alcuna manipolazione grafica. Nell’immagine qui sotto è stato accostato il test sulla foto originale (a sinistra) al test sulla foto modificata tramite CGI (a destra). Com’è possibile vedere nell’immagine originale non vengono evidenziate rilevanti somiglianze tra le due sfere. Al contrario, nell’immagine modificata, il test identifica una completa somiglianza tra i due oggetti sferoidali.

Il verdetto di tale test dimostra che ogni sfera ha una sua univoca identità ed un proprio bagaglio informativo, proprio come ha confermato anche l’esame spettro-cromatico. In effetti, è possibile vedere che ogni sfera possiede un pacchetto di pixel differente dalle altre, e che ogni oggetto risponde diversamente alla luce assorbita e riflessa. Anche il disco dimostra di essere ben inserito nel contesto, poiché reagisce alla luce similmente alle sfere.

In effetti, con un oggetto creato in CGI, si avrebbe tutt’altro risultato. Come si può notare nell’immagine qui sotto, le pixellature che compongono gli oggetti sono praticamente identiche. Ovviamente contengono qualche minima variazione nella tonalità dei colori dei pixel a dipendenza dalla distanza dal sole.

Il programma per CGI in effetti, quando crea più oggetti con le stesse caratteristiche morfologiche e strutturali, cerca semplicemente di riprodurre una diversa risposta alla luce a seconda della distanza dalla fonte luminosa, ma non fornisce pacchetti informativi personalizzati e quindi differenziati tra i vari oggetti. In pratica, è come se il programma utilizzi sempre lo stesso “stampino” ogni volta che gli viene richiesto di creare una sfera metallica, e lo si può dedurre, come già detto, anche dall’esame dei cloni sopra riportato.

I documenti, in conclusione, sia dalle analisi grafiche, ma soprattutto dai metadati, sono risultati essere genuini e non sottoposti ad alcuna manipolazione.

Ora abbiamo finalmente la prova definitiva e tangibile che il caso di Juanito Juan è assolutamente reale.

Sante Pagano, 12 Novembre 2023


PER APPROFONDIRE:

https://www.thebongiovannifamily.it/

https://www.piergiorgiocaria.it/it/

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